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Libro dei morti.

Titolo con il quale si designa, impropriamente, il libro che gli Egizi chiamavano Per-em-bru, cioè il Libro del venire alla luce. La designazione moderna trae origine dal fatto che le formule contenute nel libro si trovano incise sulle pareti delle antichissime tombe egizie, intagliate e dipinte dentro e fuori le bare e i sarcofaghi e scritte in papiri che si seppellivano accanto alle mummie. È attribuito a Thoth, il dio dalla testa di ibis ed ai suoi sacerdoti, da lui direttamente ispirati; la sua compilazione si fa risalire anteriormente al 3500 a.C. Se ne conoscono varie redazioni: quella cosiddetta Heliopolitana, dalla città che i Greci chiamavano Heliopolis, dove per opera di sacerdoti fu per la prima volta coordinata ed elaborata; quella Tebana, assai più recente, che ne dà il testo definitivo, e quella ancora in uso nel periodo romano detta Saitica. Alla forma in cui c'è pervenuto è giunto per rimaneggiamenti successivi; brani della redazione più antica sono stati scoperti incisi nelle piramidi di Unis, Teti, Pepi I e Pepi II. L'aggiornamento tebano è documentato invece specialmente dai papiri delle tombe sacerdotali e laiche di Tebe che si datano dal 1550 all'800 a.C. circa. Si tratta di 180 capitoli circa di varia lunghezza, alcuni dei quali recano dettagliate prescrizioni liturgiche inserte, e di contenuto pur esso assai vario. Nei primi capitoli ricorrono le formule magiche che affrancano il morto dall'obbligo del lavoro e gli consentono di farsi supplire dall'usabti; altre mirano ad assicurargli il libero accesso nella tomba, a restituirgli la memoria, a garantirgli il possesso del cuore, a proteggerne la salma dalla putrefazione, ad assicurargli l'acqua e l'aria per i bisogni del suo viaggio ultraterreno ed a stabilire i reciproci rapporti fra il corpo e lo spirito. È pure descritto il regno di Osiride e la sala dove l'anima, sostenuto l'interrogatorio dei quarantadue giudici, subiva la pesatura e il giudizio. Sparsi nel libro vi sono inni non privi di bellezza poetica, molti dei quali intesi alla preservazione della mummia.